“Non è forse vero, che quel che l’esistenza ha di più superficiale e di più esteriore, di più apparente, la sua pelle, che la rende palpabile, è stata la prima cosa che noi abbiamo potuto afferrare? Forse la sola cosa?”

[Nietzche]

 

La forma del corpo e l’aspetto fisico sono una delle preoccupazioni più antiche e frequenti in tutte le epoche e culture umane.

Il corpo è una delle prime cose decorate e la sua forma è solo eccezionalmente lasciata nel suo aspetto naturale.

La chirurgia estetica nasce da questo radicato desiderio di abbellire e decorare il proprio corpo e di risolvere il conflitto tra la nostra “immagine psicologica” e la realtà. La bellezza è un attributo fisico distinto dalla morale, dall’intelligenza, da qualsiasi altra caratteristica: è autonoma.

Questa particolare idea della bellezza, puramente fisica, è una concezione “moderna”. L’idea opposta, ovvero che chi è virtuoso e intelligente è inevitavilmente bello, è una concezione della bellezza “tradizionale”. L’aspetto fisico è una delle caratteristiche più immediate e più importante tra quelle che noi esaminiamo nei nostri incontri con gli altri. Per molti secoli la dottrina della bellezza “tradizionale” ha considerato la “semplice” bellezza, distinta dalla “vera” bellezza essenzialmente morale, molto meno importante della ricchezza e della posizione sociale, per cui la “semplice” bellezza era molto in basso nella scala sociale degli attributi desiderabili. Essenziale perchè emerga la percezione della bellezza “moderna” è che tutti possano paragonarsi e raffrontarsi nel proprio aspetto. L’ urbanizzazione e la rivoluzione dei trasporti prima, il progresso dei mezzi di comunicazione poi (stampa, cinema, tv) ha portato in tutte le case le immagini della gente più bella al mondo, facendo crescere così la volontà di scelta e l’apprezzamento della bellezza.

Il benessere fisico e psicologico sono strettamente legati e si riflettono l’uno nell’altro, per cui l’essere soddisfatti della propria immagine ci dà un atteggiamento sicuro e positivo e aiuta a rafforzare la considerazione di sè, che viene confermata dalla buona accoglienza e dal benevolo giudizio degli altri. Ci sono dei momenti critici della nostra vita in cui questo benessere diventa la cosa più importante, come la fine dell’adolescenza, quando si lasciano le sicurezze dell’ambito familiare e si entra nella vita sociale ed affettiva; oppure quando attraversiamo un momento critico, in cui cadono le sicurezze del lavoro o degli affetti, per cui siamo costretti a rimetterci in competizione o al contrario quando invece cominciamo a soffrire del decadimento del nostro aspetto, che sentiamo non corrispondere alla nostra interiore energia ed efficienza sia fisica che psichica.

La chirurgia estetica può essere di grande aiuto, purchè intesa in una giusta ed equilibrata dimensione. Bisogna capire, prima di tutto, quale parte del corpo non ci piace e come vorremmo rimodellarla con senso di realismo. Non ha importanza se il difetto è obiettivamente piccolo o grande per giustificarne un intervento, l’importante è che il disagio esista e il risultato sia ragionevolmente raggiungibile.

È indispensabile stabilire un aperto dialogo con il chirurgo estetico per comprendersi reciprocamente sul contenuto delle domande e delle risposte, ovvero sui desideri reali del paziente e sulle possibili soluzioni proposte dal chirurgo.

Una volta stabilito il giusto rapporto di fiducia tutto andrà per il meglio e le eventuali difficoltà saranno superate più facilmente.